Corso di Alta Formazione in “Gestori della crisi da Sovraindebitamento del consumatore e dell’impresa
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Il provvedimento che abbia dichiarato inammissibile un’azione di classe richiedente l’accertamento di una responsabilità per causazione di danni per un gruppo di soggetti (la cd. class action) non può inficiare la proponibilità della suddetta azione a livello individuale, ovvero non ha alcuna portata decisoria.
Cass. civ. Sez. lavoro Sent., 20/04/2018, n. 9901 (rv. 647781-01)
Il recente orientamento della cassazione ha ritenuto che nell’ambito di un rapporto di lavoro dipendente il danno non patrimoniale sia risarcibile ogni qual volta la condotta illecita del datore di lavoro abbia violato, in modo grave, i diritti del lavoratore che siano oggetto di tutela costituzionale, sia in ragione della persistenza del comportamento lesivo, della durata e reiterazione delle situazioni di disagio professionale e personale, nonché dell’inerzia del datore di lavoro rispetto alle istanze del lavoratore, anche a prescindere da uno specifico intento di declassarlo o svilirne i compiti.
Nel caso trattato la S.C. ha ravvisato una violazione dell’art. 2087 c.c., con conseguente obbligo di risarcimento del danno biologico, nella condotta tenuta dal datore di lavoro nei confronti di una lavoratrice alla quale, dopo il rientro dalla cassa integrazione, non erano stati assegnati compiti da svolgere, era stato disattivato il telefono e non era stato consentito di sostituire personale assente per maternità, nonostante le ripetute richieste.
Cass. civ. Sez. III, 04/05/2018, n. 10596
Ai fini di una tutela risarcitoria, ex art. 2059 c.c., sono palesemente non meritevoli di tutela, invocata a titolo di danno esistenziale, i pregiudizi consistenti in disagi, fastidi, disappunti, ansie ed ogni altro tipo di insoddisfazione concernenti gli aspetti più disparati della vita quotidiana che ciascuno conduce nel contesto sociale e che ogni persona, inserita nel complesso sociale, deve accettare, in virtù del dovere di convivenza, un grado minimo di tolleranza.
Nella caso in esame è stata negata tutela risarcitoria al pregiudizio esistenziale derivato al viaggiatore in conseguenza della soppressione del treno, della mancata coincidenza e di interruzioni di servizio, in quanto non rilevante al punto tale da superare la soglia di sufficiente gravità e compromissione del diritto leso.
La Corte di Cassazione (ordinanza n. 8238/18) ha affermato il seguente principio: è illegittimo l’avviso di accertamento emesso sulla base di uno scarto notevole tra quanto dichiarato e quanto previsto dagli studi di settore. La Corte completo il concetto affermanda che “la mera comparazione tra gli introiti dichiarati e presunti non rappresenta di per se’ un elemento presuntivo dotato di gravita’, precisione e concordanza cosi’ come richiesto dall’articolo 39 del Dpr 600/1973.”
La sentenza è perciò stata cassata con rinvio alla Commissione tributaria regionale della Sicilia perche’ rivaluti meglio e con maggiori dettagli le modalita’ di accertamento.
Cass. civ. Sez. VI – 2 Ordinanza, 21/02/2018, n. 4255
Con riguardo agli spazi adibiti a parcheggio, ove manchi un’espressa riserva di proprietà o sia stato omesso qualsiasi riferimento, al riguardo, nei singoli atti di trasferimento delle unità immobiliari, le aree in questione, globalmente considerate, devono essere ritenute parti comuni dell’edificio condominiale, ai sensi dell’art. 1117 c.c., con conseguente legittimazione dell’amministratore di condominio ad esperire, riguardo ad esse, le azioni contro i singoli condomini o contro terzi dirette ad ottenere il ripristino dei luoghi ed il risarcimento dei danni, giacché rientranti nel novero degli “atti conservativi”, al cui compimento l’amministratore è autonomamente legittimato ex art. 1130, n. 4, c.c.
Cass. civ. Sez. III, 31/10/2017, n. 25849
Le Sezioni Unite della Corte hanno già avuto modo di affermare in tema di responsabilità medica da nascita indesiderata, il genitore che agisce per il risarcimento del danno ha l’onere di provare che la madre avrebbe esercitato la facoltà d’interrompere la gravidanza – ricorrendone le condizioni di legge – ove fosse stata tempestivamente infoimata dell’anomalia fetale; quest’onere può essere assolto tramite praesumptio hominis, in base a inferenze desumibili dagli elementi di prova in atti, quali il ricorso al consulto medico funzionale alla conoscenza dello stato di salute del nascituro, le precarie condizioni psico-fisiche della gestante o le sue pregresse manifestazioni di pensiero propense all’opzione abortiva, gravando sul medico la prova contraria, i.e. che la donna non si sarebbe determinata all’aborto per qualsivoglia ragione personale (cfr. Cass., Sez. Un., 22/12/2015, n. 25767 e, da ultimo Cass. civ. Sez. 3, Sent., 11-04-2017, n. 9251).
Cassazione n. 20779/17 – E’ negato il diritto al risarcimento del danno nel caso in cui l’asserita insidia sia ben visibile e posizionata nel luogo del sinistro da molto tempo.cassazione sentenza n. 20779/12
COMMISSIONE TRIBUTARIA MILANO 3700/2016
La CTR di Milano, con la sentenza in oggetto, ha considerato la notifica via pec (fino al 1° luglio 2017 prevista dal legislatore solo per le cartelle esattoriali) fuori da ogni schema legale di notificazione, tanto che non può essere considerata nulla, ma piuttosto del tutto inesistente.
A differenza della nullità, l’inesistenza rappresenta un vizio radicale del procedimento, che espilca i suoi effetti sulla conseguente inesistenza dell’atto fin dall’origine, ed è insuscettibile di sanatoria.